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il gioco d'azzardo patologico

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QUANDO IL GIOCO DIVENTA UNA MALATTIA

LA VITA E' UNA SCOMMESSA

In Italia circa 30 milioni di persone (il 70% della popolazione adulta, di cui un terzo donne) giocano: lotto, corse dei cavalli, slot-machine, video poker.
Da mezzo milione a tre milioni di persone (1-7% della popolazione), invece, giocano in modo patologico. Spesso si inizia con piccole, "innocui" giocate, mantenute per lungo tempo; finché uno o più eventi fortemente stressanti fanno precipitare una situazione personale già con seri problemi (familiari, lavorativi, sentimentali, ecc.). La persona allora si rifugia nel gioco, che diventa una vera e propria medicina. Infatti, il "gioco d'azzardo patologico" serve a mettere da parte (almeno momentaneamente) i propri problemi, attraverso emozioni forti: l'eccitazione del rischio, tanto più forte quanto più alta è la posta. E' lo stesso meccanismo d'azione delle droghe, perché determina una vera e propria dipendenza: il bisogno irresistibile di "dosaggi" (le giocate) sempre più elevati anche a costo di farsi del male (perdere somme di denaro sempre più rilevanti).

I SINTOMI

Il "gioco d'azzardo patologico" è una malattia, classificata come disturbo del controllo degli impulsi (DSM IV). La persona che ne è affetta presenta alcuni dei seguenti sintomi.
1. E' eccessivamente assorbito dal gioco d'azzardo; ad esempio, trascorre la maggior parte del tempo a ripensare alle passate esperienze di gioco d'azzardo, a programmare la successiva giocata, a pensare ai
modi per procurarsi denaro con cui giocare.
2. Ha bisogno di giocare con quantità crescenti di denaro per raggiungere l'eccitazione desiderata.
3. Ha ripetutamente tentato senza successo di controllare, ridurre, o interrompere il gioco.
E' irrequieto o irritabile quando tenta di farlo.
4. Gioca per sfuggire problemi o per alleviare una irrequietezza costante, basata su sentimenti di impotenza, di colpa, ansia, depressione.
5. Dopo aver perso al gioco, subito programma di riprovarci, per tentare di riscattarsi.
6. Mente ai membri della famiglia e agli altri per negare il proprio coinvolgimento nel gioco.
7. Può commettere azioni illegali come falsificazione, frode, furto, o appropriazione indebita, per finanziarsi il gioco.
8. Mette a repentaglio o perde relazioni significative, il lavoro, oppure opportunità scolastiche o di carriera, per il gioco.
9. Fa affidamento su altri per reperire il denaro e per alleviare una situazione finanziaria disperata causata dal gioco.

QUESTA PARTITA SI PUO' VINCERE

La cura per il gioco d'azzardo patologico esiste, ma per essere efficace deve agire su tutti gli aspetti coinvolti nel gioco, e quindi su tutta la vita del giocatore.
Generalmente sono i familiari a chiedere aiuto, a seguito della scoperta dei danni provocati dal gioco (debiti, perdita del lavoro, problemi legali), o esasperati da inutili tentativi di convincere la persona a smettere.
Il primo passo della terapia. è "togliere il vino dalla tavola", cioè il denaro: il paziente deve affidare la gestione economica ad una persona di fiducia con l'obiettivo primario di saldare i debiti ed affrontare eventuali problemi legali. Questa è la condizione indispensabile per iniziare una terapia psicologica focalizzata sulla storia e le cause del disturbo, sulla modifica dello stile di vita del paziente, sulla gestione dei momenti di crisi. Talvolta vengono consigliati anche un trattamento psicofarmacologico, mirato a stabilizzare l'umore e a evitare la "crisi di astinenza" dal gioco, e una psicoterapia familiare o di coppia, allo scopo di aiutare il partner e i familiari a gestire il comportamento del paziente. In taluni casi è utile il contatto con associazioni di auto/mutuo aiuto come i Gamblers Anonymous.
Può succedere che il giocatore rifiuti o abbandoni il trattamento proposto. In questo caso è indispensabile l'intervento con i familiari, per aiutarli a individuare i comportamenti più efficaci per aiutare il paziente e per convincerlo a iniziare o a riprendere il trattamento terapeutico.


Dr. Augusto Boitani, medico psichiatra


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